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Visualizzazione dei post da 2014

Cose a caso

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Anno nuovo vita nuova? Certo, ma, precorrendo i tempi, i miei propositi li anticipo al 21 dicembre. Ho cominciato a riverniciare questo blog, a mettere qualche toppa sul tetto e togliere un po' di  muffa. Perché il proposito è di accantonare quei socialnetwork che mi hanno stufato. Ritorno ai vecchi e cari blog, con poca interazione, pochi contatti e brio, ma che ti permettono quello che in fondo voglio: scrivere quel cavolo che mi va, senza l'obbligo di "mipiacere" la sagra dell'asino morto o il libro sulle catacombe del Michigan, ché pare brutto e si adombrano e non ti rivolgono più la parola o attentano alla tua incolumità mentale se non fisica. Per cominciare ho cambiato il titolo in "Calzini bianchi corti", che trovo carino e abbastanza confacente al mio carattere: li odio anch'io, ma pur di dar contro ai luoghi comuni li indosserei sempre, costasse quel che costasse...Per tutto il resto, magari non se ne fa niente, perché esaurisco definitivame

Separati alla nascita (doloroso)

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In questi giorni ho avuto modo di vedere le immagini di due persone che per molto tempo sono state sotto i riflettori dell'informazione, ma per vicende (giudiziarie) molto diverse tra loro. Purtroppo uno dei due personaggi è morto, mentre l'altro gode di buona salute e buona notorietà. Eppure a me il povero Stefano Cucchi e Massimo Ciancimino pare proprio che si somigliassero. Tristemente

Rubrica "Quella voce"

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Vi ricordate Hutch, di Starsky e Hutch? Trattasi dell'attore David Soul. Ma la voce che noi associamo a David Soul è quella di un grande doppiatore italiano - ahimé scomparso nel 2006 - Cesare Barbetti. Che nacque su una nave alla fonda nel porto di Palermo nel 1930. Vorrei "sbagnare" questa rubrica con lui, e con una sua foto: Cesare Barbetti

Separati alla nascita (supergiù)

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Andrea Pirlo Fabrizio Gifuni

l'ergastolo culturale di noi del Sud

L’occasione me l’ha data l’altra sera la trasmissione di Fabio Fazio durante la quale – meritoriamente – si parlava della difficile condizione di un testimone di giustizia siciliano (per fatti di mafia). Nella mia serena animosità ho coniato lì per lì il concetto di “ergastolo culturale” a cui, da siciliano onesto e intransigente, mi sento condannato dai media. Francamente sono stanco di sentire parlare della mia terra solo per le ruberie dei nostri infami politici e per le gesta della mafia. So che è pericolosissimo trattare con questi termini tali materie. So, inoltre, che per i sempre attivi professionisti dell’antimafia il mio sfogo potrebbe costituire materia per camparci per i prossimi due o tre anni. So, infine, benissimo che la più grande infamia di uomini politici, professionisti, istituzioni, ecc.. nel passato fu quella di affermare che la mafia non esisteva e che quindi era inutile parlarne. Ho di recente finito di leggere il libro “Se muore il Sud” dei giornalisti Gian An

(m)Am(m)arcord

Antica filastrocca sicula (forse incompleta) Vavaruottu ri cazzuola / Vucca parra e dici / Nasu ri radici/ Uocchi ri purtusu/ Frunti ri balata/ E te 'cca na timpulata  (risata finale)